DOMODOSSOLA - Il caffè, soprattutto al bar, bevuto in campagnia, è un vero e proprio rito sociale. E caffè, in questo caso, è senza dubbio sinonimo di espresso. Forse non tutti sano che, in realtà, le metodologie di estrazione e per preparare la bevanda, sono diversi: espresso, moka e caffè americano sono i più famosi, ma in realtà ne esistono vari altri tipi, ad esempio “aeropress”, chemex o V60. Tipologie che, per molti, sono sconosciute, ma che in realtà si possono gustare anche a Domodossola. A proporli è Sara Bernardini, la prima - ed unica - barista che propone queste tipologie diverse di caffè, che in Italia sono una vera rarità, con poche decine di bar - concentrati nelle grandi città - che si occupano di Aeropress.
«Si tratta di una una infusione di caffè più simile all’americano che all’espresso - spiega Bernardini -, con meno corpo rispetto all’espresso ma più aromaticità».
La prima cosa che si nota, nella preparazione di questa bevanda, è la precisione: «l’acqua deve essere a 92°C, mentre la dose di caffè è di 12 grammi, contro i 9 dell’espresso. Però c’è molta più acqua, con 200 ml. Una volta fatta l’infusione, che dura tra i 60” ed i 90”, si “pigia” e si fa passare attraverso questa “siringa” con il filtro. Il risultato? Un caffè che sembra un incrocio tra una moka ed un filtro, più leggero rispetto ad un espresso ma più corposo rispetto ad un chemex o un V60».
Un caffè particolare, con note diverse rispetto all’espresso. «Il caffè fatto con la macchina deve avere una tostatura media - prosegue la barista, formatasi in questi modi di estrazione del caffè con vari corsi di formazione a Roma -, mentre per usare il chemex, che è una sorta di brocca con il filtro (e nel V60 cambia solamente l’angolo di inserimento del filtro), bisogna usare un caffè a tostatura chiara, che farà risaltare le note aromatiche del caffè, evitando sentori di bruciato».
Da Eco Risveglio, giugno 2020